Nebulosa Aquila (M16)

RA: 18h 19m 05.122s / DEC: -13° 52' 49.335"



Ottica           Montatura           Camera           Integrazione           Luogo e data di ripresa
Takahashi Sky-90 f/4.5           SkyWatcher EQ6 Pro           Atik 16HR           Ha - 170'           Pesaro - 14 maggio 2013



Ripresa effettuata in una più unica che rara serata serena dell'anno. Un cielo inaspettatamente sereno e limpido anche dal centro città che a detta di qualcuno ricordava i cieli di 20 anni fa. E' stata la serata ideale per la prima luce del Takahashi Sky-90 ridotto a 407 millimetri di focale. Il soggetto scelto per la serarta è stato M16.

M16 (nota anche come Nebulosa Aquila) è una grande regione H II visibile nella costellazione della Coda del Serpente; è formata da un giovane ammasso aperto di stelle associato ad una nebulosa a emissione composta da idrogeno ionizzato, catalogata come IC 4703.
La sua distanza è sempre stata relativamente incerta, ma si tende ad accettare un valore di circa 5700 anni luce dalla Terra, ponendola così nella zona media del Braccio del Sagittario; contiene alcune formazioni estremamente conosciute, come i Pilastri della Creazione, le lunghe colonne di gas oscuro originate dall'azione del vento stellare delle componenti dell'ammasso centrale e che sono responsabili anche del nome proprio della nebulosa stessa, a causa della loro forma. In esse sono presenti alcuni oggetti stellari giovani, che testimoniano che i processi di formazione stellare sono tuttora in atto, anche se non è chiaro se questi siano favoriti od osteggiati dall'azione del vento stellare delle stelle vicine, n è chiaro se il vento effettivamente influisca in qualche maniera su questi fenomeni. L'ammasso è composto da un gran numero di supergiganti blu molto calde e brillanti; la loro età tipica è di appena 2-3 milioni di anni, cioè meno di un millesimo dell'età del nostro Sole; la stella più brillante dell'ammasso è di magnitudine 8,24, ben visibile anche con un binocolo.

La nebulosa è nota fin dal Settecento ed è uno degli oggetti più noti fra quelli del Catalogo di Messier; si rivela con facilità nelle fotografie ed è dunque un buon soggetto per gli appassionati dell'astrofotografia amatoriale.